“In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci” si dice. “Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?” rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione.
L’idea che l’uomo possa rompere col proprio passato e fare un salto evolutivo di qualità era ricorrente nel pensiero indiano del secolo scorso. L’argomento è semplice: se l’HOMO SAPIENS, quello che ora siamo, è il risultato della nostra evoluzione dalla scimmia, perché non immaginarsi che quest’uomo, con una nuova mutazione, diventi un essere più spirituale, meno attaccato alla materia, più impegnato nel suo rapporto col prossimo e meno rapace nei confronti del resto dell’universo?
E poi: siccome questa evoluzione ha a che fare con la coscienza, perché non provare noi, ora, coscientemente, a fare un primo passo in quella direzione? Il momento non potrebbe essere più appropriato visto che questo HOMO SAPIENS è arrivato ora al massimo del suo potere, compreso quello di distruggere sé stesso con quelle armi, che poco sapientemente si è creato. Guardiamoci allo specchio, Non ci sono dubbi che nel corso degli ultimi millenni abbiamo fatto enormi progressi (…) ora siamo persino capaci di clonare la vita. Eppure con tutto questo progresso non siamo in pace né con noi stessi né col mondo attorno. (…) Il grande progresso materiale non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi: forse da questo punto di vista l’uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l’idea che l’uomo coscientemente inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente.
(..) E’ il momento di uscire allo scoperto, è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi. Soprattutto dobbiamo fermarci, prenderci tempo per riflettere, per stare in silenzio.
(…) Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ognuno per conto suo, a volte tutti assieme. Questa è una buona occasione. Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell’abbrutimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora. BUON VIAGGIO! Sia fuori che dentro.
TIZIANO TERZANI, LETTERE CONTRO LA GUERRA, LETTERA DALL’HIMALAYA - CHE FARE?
1 commento:
Uau...Magnifico...Complimenti
Hai fatto un bellisimo blog.
Il mio blog e' www.elviszenelaj.blogspot.com
guardalo e se ti va lascia un commento...
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