venerdì 21 marzo 2008

UN PROFETA...


Non so se conoscete Tiziano Terzani…lui è sicuramente il mio scrittore preferito! Un uomo dalla strabordante saggezza, che ha lavorato per gran parte della sua vita in giro per il mondo, ma soprattutto in Asia, come giornalista e corrispondente di guerra. È scomparso prematuramente nel luglio 2004 (il 28 luglio 2004!) a causa di un tumore… e la cosa che mi ha sempre colpito e affascinato è il modo con cui ha affrontato la morte… questo scrive nel suo ultimo libro “Un altro giro di giostra” a proposito della malattia:
“Dopo tanto clamore godevo finalmente di tanto silenzio. Per anni, preso da guerre, rivoluzioni, alluvioni, terremoti, grandi mutamenti dell’Asia, ero stato un appassionato osservatore di vite in pericolo, vite distrutte o, più spesso, sprecate: tantissime vite altrui. Ora osservavo semplicemente quella che più mi riguardava, la mia”.
“Il cancro mi offriva una buona occasione: quella di non ripetermi.
Non era la sola. Lentamente mi accorsi che il cancro era diventato anche una sorta di scudo dietro il quale mi proteggevo, una difesa contro tutto quel che prima mi aggrediva, una sorta di baluardo contro la banalità del quotidiano, gli impegni sociali, contro il fare conversazione… Finalmente ero libero. Totalmente libero. Parrà strano, e a volte pareva stranissimo anche a me, ma ero felice.”
“Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso.
La cosa sconvolgente è che questo piccolo grande uomo non solo accetta la malattia con animo sereno e pacificato, ma addirittura vede nella malattia una benedizione, un’ occasione per dare un senso profondo e nuovo alla propria esistenza!
Consiglio a chi ancora non l’avesse fatto di leggere “Un altro giro di giostra”: Terzani fa un lungo viaggio alla ricerca della “pillola magica” che lo possa salvare, si rivolge alle culture orientali sperimentando sulla propria pelle tutte le possibili soluzioni… medicina tibetana, ayurveda, reiki, yoga, pranoterapia, omeopatia, erbe cinesi, guaritori filippini, etc…
Questo viaggio si trasforma però in un viaggio alla ricerca di sé e lo porta alla conclusione che non esiste la cura, la medicina, la formula magica che possa risolvere tutti i problemi e aprire tutte le porte… “perché non esistono scorciatoie a nulla: non certo alla salute, non alla felicità o alla saggezza. Niente di tutto questo può essere istantaneo. Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita. Quel che può essere una medicina per l’uno può essere niente o addirittura un veleno per l’altro”.
Alla fine Tiziano Terzani decide di non interrompere le cure e si ritira prima sui monti dell’Himalaya, poi in un eremo ad Orsigna, sull’Appennino pistoiese, dove si dedica interamente alla meditazione e alla ricerca spirituale.
“Non ho rinunciato affatto a curarmi. Volevo solo curarmi in modo diverso. E il mio modo questa volta era decisamente quello di tornare in armonia… con l’ordine cosmico”.
“LA SOLUZIONE E’ DENTRO DI NOI, SI TRATTA DI CONQUISTARLA FACENDO ORDINE, BUTTANDO VIA TUTTO CIO’ CHE E’ INUTILE E ARRIVANDO AL NOCCIOLO DI CHI SIAMO. PIU’ CHE ASSALTARE LE CITTADELLE DEL POTERE, SI TRATTA ORMAI DI FARE UNA LUNGA RESISTENZA. BISOGNA RESISTERE ALLE TENTAZIONI DEL BENESSERE, ALLA FELICITA’ IMPACCHETTATA; BISOGNA RINUNCIARE A VOLERE SOLO CIO’ CHE CI FA PIACERE. BISOGNA NON ABBANDONARE LA RAGIONE PER DARSI ALLA FOLLIA, MA BISOGNA CAPIRE CHE LA RAGIONE HA I SUOI LIMITI, CHE LA SCIENZA SALVA, MA ANCHE UCCIDE E CHE L’UOMO NON FARA’ ALCUN VERO PROGRESSO FINCHE’ NON AVRA’ RINUNCIATO ALLA VIOLENZA. NON A PAROLE, NELLE COSTITUZIONI E NELLE LEGGI CHE POI IGNORA, MA NEL PROFONDO DEL SUO CUORE”.

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